Se penso ai grandi periodi di cambiamento, mi vengono in mente sempre loro: i viaggi che ho fatto.
A volte è esattamente quello che ti serve: viaggiare in modo consapevole è incontrare l’altro, ciò che ancora non conosci di te e può essere un grande acceleratore di crescita personale e la spinta che ci vuole per un cambiamento positivo nella propria vita.
Ma viaggiare è *sempre* un’ottima idea? Secondo me non sempre e in questo post spiego il perché.
Non viaggiare per scappare
Viaggiare significa portarsi dietro un bagaglio di esperienze e crearne altre.
Quando vivevo all’estero, ho incontrato diverse persone che sì, avevano lasciato il loro paese, si erano create una nuova vita, ma allo stesso tempo erano deluse: chissà come mai i problemi che affrontavano in quello scenario erano gli stessi che avevano lasciato “a casa”. Pensare che partendo, anche con un biglietto di sola andata, si possa fuggire dai problemi è una grande illusione. Ti ritroverai con le spalle al muro in uno scontro diretto con te stessa, una lotta estenuante.
Non viaggiare per dimenticare
Ok, qui ci sarebbe un libro da scrivere (chissà, magari un giorno 😉
Un po’ come per il punto precedente, pensare che andare lontana da tutto e da tutti possa farti dimenticare persone e cose è una trappola. Il proverbio dice “occhio non vede, cuore non duole”, ma quando la ferita è aperta e sanguina, gli occhi che vedono sono quelli del cuore e questi te li porti dietro ovunque vai. Siamo così brave a rivivere centinaia di volte delle situazioni spiacevoli, riproiettando tutto nel cinema della nostra mente ed è su questo che occorre lavorare. Il rischio di credere che sarà un viaggio a rimettere tutto a posto è di ritrovarsi, dopo l’entusiasmo iniziale, con un bagaglio emotivo appesantito.
Sicuramente viaggiare aiuta a distrarci, ma non è la medicina per dimenticare. Quando il dolore è grande, ci vuole un balsamo di tempo, accettazione, cura, amore.
non viaggiare se la situazione in famiglia non è serena
È vero, si può sempre tornare a casa anche se ci troviamo dall’altra parte del mondo, ma occorre considerare tempi, costi e la possibilità di non arrivare in tempo per gli eventi che contano. La vita è una, per tutti: per te che vuoi viaggiare e vedere il mondo e ne hai tutto il diritto, per i tuoi famigliari che magari hanno bisogno della tua presenza in quel momento, anche se questo richiede un grandissimo sforzo da parte tua e la disponibilità a mettere temporaneamente da parte i tuoi desideri. Certo, ogni situazione è a sé.
Due domande che potrebbero aiutare sono: quali sarebbero le conseguenze della mia partenza? Qual è il costo emotivo per me e per le persone intorno a me?
Non viaggiare se non sei convinta
Non sto parlando della sana paura che precede una nuova avventura, che sia il primo viaggio in solitaria o il quindicesimo, ma di quelle emozioni spiacevoli che si manifestano con un peso sulla pancia, un nodo alla gola e ti dicono che partire non è la scelta giusta in quel momento.
La mente ci tira brutti scherzi ed è importante imparare a sintonizzarci con le nostre emozioni: ci aiutano a prendere decisioni migliori.
A volte abbiamo bisogno di stare nel comfort, nel conosciuto e non siamo pronte ad accogliere il nuovo.
Se senti che c’è qualcosa che ti blocca, Express ti aiuta a fare chiarezza e capire ciò che è meglio per te.
Non viaggiare perché pensi di doverlo fare
Uh, “dovere”, la parola più tossica che tu possa usare con te stessa.
Qualche anno fa, durante il mio viaggio sabbatico, a un certo punto ho sentito l’esigenza di fermarmi. Per il mio sistema di credenze, era inammissibile: ma io sono una nomade, non posso fermarmi. No, devo continuare a viaggiare! mi dicevo.
Non c’è nulla che tu debba fare, se non quello che decidi di voler fare. Ti sei liberata delle etichette degli altri, non appiccicarne delle altre.
Ti è mai capitato di partire e poi pentirtene, pensando Avrei fatto meglio a rimandare? Raccontami nei commenti 🙂