Spesso uno degli scogli più grandi per chi sta pensando di avviare la propria libera professione è il non riuscire a decidere se fare un passo così grande.

È stato questo anche il caso di R. che ho seguito qualche tempo fa in un percorso di circa 6 mesi.
Impiegata in una società con una funzione di project management, da tempo pensava di attuare un cambiamento, soprattutto dopo l’arrivo di una splendida creatura in famiglia. Avrebbe voluto dedicarsi alla progettazione culturale, campo in cui si era formata e per cui ha sempre nutrito un forte interesse e avrebbe voluto gestire le sue giornate con più flessibilità.

Questo evento da una parte aveva accentuato e accelerato le sue riflessioni, della serie: che tipo di mamma voglio essere per mia figlia? E soprattutto come posso conciliare la mia vita professionale con quella familiare? Dall’altro però, questo nuovo scenario l’aveva anche messa davanti a un bivio: è davvero arrivato il momento di fare questo passo? E se poi me ne pento, passando dalla padella alla brace e ritrovandomi più incasinata di prima?

Una prima parte del percorso è stata dedicata allo sblocco decisionale e gli impatti emotivi che questo comportava, anche perché c’erano delle tempistiche tecniche e burocratiche da tenere in considerazione.
Come spesso accade, il processo decisionale è lungo, articolato; la decisione è come un interruttore On/Off: è un click. Con un approccio molto analitico e seguendo una logica di buon senso, R. cercava di soppesare i due scenari (lascio il lavoro vs non lo lascio), valutando i pro e contro, ma intuitivamente questa soluzione non dava risultati sperati.

Comprendendo che non si poteva agire con totale razionalità (ciò che ci fa prendere una decisione è una spinta emozionale, non un processo logico e cognitivo), è arrivata decidere di lasciare il lavoro.

Da lì in poi, il sollievo per aver preso questa decisione, le dimissioni e un breve periodo di transizione.
Il percorso si è poi orientato sui primi passi da libera professionista.
R. si era già attivata nel tempo, tenendo attivi e curati i contatti in ambito progettazione culturale. Questo le ha permesso di attivare fin da subito una collaborazione come consulente: grazie alla sua proattività, aveva già ottenuto il suo primo cliente.

Se ti ritrovi in questa situazione, puoi scegliere di tenere quel sogno nel cassetto ancora un po’ o dare ascolto alle tue sensazioni che ti dicono che è arrivato il momento di agire. Manda la tua richiesta per una consulenza gratuita: ci incontreremo per 30 minuti su Zoom e faremo il punto della situazione, arrivando a definire il tuo prossimo passo. Se ci sarà sintonia tra di noi e vorrai il mio affiancamento, ti illustrerò le opzioni più adatte per la tua situazione.


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