Era da tempo che pensavo a dare una forma diversa al mio stile location independent e a febbraio sono partita: destinazione Milano.
È stata una delle lezioni che ho imparato viaggiando da sola: non è importante andare lontano, ma fare ciò che non credevi possibile.
A Milano ho studiato, ho lavorato per quasi un anno, ma l’ho sempre vissuta da pendolare e quindi detestata. Continuavo a ripetere che volevo passarci un periodo, che non la conoscevo (e vivevo con un po’ di vergogna questo paradosso, visto che sono andata letteralmente dall’altra parte del mondo), ma non sembrava mai esserci il momento giusto. Poi a fine gennaio, ho deciso: prenotato l’alloggio e via.
Lo stile location independent affascina molte persone che hanno scoperto di poter lavorare senza essere presenti fisicamente in un ufficio ed è anche una delle motivazioni che porta tante persone a diventare freelance, in modo da gestire in autonomia il tempo e lo spazio. Alla luce di questa mia prima esperienza, condivido quali sono gli aspetti da considerare, secondo me, prima di scegliere la destinazione e partire.
1. Fai chiarezza su ciò di cui hai bisogno adesso
Ho scelto Milano perché volevo partire da una città che in parte conoscevo, seppur superficialmente, in cui mi sapevo già orientare e soprattutto perché volevo rivedere tanti amici. Non mi sentivo in vena di esplorare posti completamente nuovi (troppi input dopo anni senza viaggi) e, anche se l’ho fatto già altre volte, non volevo ritrovarmi da sola in una città che mi facesse solo da sfondo, considerando che sono piuttosto lenta a fare amicizia e avevo un mese a disposizione. Spostarmi per fare la stessa vita che faccio di solito, anche no 🙂 Avevo proprio bisogno dell’energia della città, di immergermi nella cultura e incontrare persone. E tu, che cosa cerchi in un posto? Un ritmo più lento, un’offerta culturale ampia o la dinamicità?
2. Scegli bene l’alloggio
Prima di approdare su Airbnb, avevo valutato Spotahome, camere singole in ostelli e spazi di co-working e co-living, ho fatto un giro sui gruppi Facebook di Nomadi Digitali Italiani e su quello relativo agli affitti brevi a Milano. Alla fine Airbnb si è rivelata la soluzione più semplice e con meno vincoli. La proposta che ho trovato è stata tra le più economiche e con un ottimo rapporto qualità-prezzo, considerando la posizione.
Avevo mandato una prima richiesta per una stanza in una casa in condivisione per risparmiare, poi (fortunatamente) rifiutata: sono capitata in un monolocale bellissimo, in zona Porta Romana, una delle mie preferite a Milano! Questa esperienza mi ha ricordato quanto non sia più abituata a stare in condivisione e preferisca avere una casa tutta per me.
Facilito tante aule virtuali e conduco sessioni su Zoom quindi avevo bisogno di un setting adatto, poiché in queste occasioni ho bisogno di riservatezza e preferisco lavorare da casa: ho bisogno di tanta luce, uno sfondo carino e soprattutto una connessione affidabile. Sui primi due elementi tutto bene, sulla connessione a volte ho avuto qualche momento di instabilità, ma ho risolto utilizzando la connessione del telefono.
3. Stabilisci un budget
Ogni anno dedico una parte del budget alla formazione e se segui la mia newsletter, lo sai già: quest’anno non ho previsto di frequentare corsi, ma solo esperienze on the road.
Conoscendo un po’ Milano, ero già pronta a costi alti, per cui non ho avuto grosse sorprese.
E allora parliamo di numeri. Alloggio di un mese su Airbnb: poco più di 1000 euro (piccolo consiglio: su Airbnb dopo 28 notti c’è lo sconto mensile, per cui fai delle prove, generalmente costa meno rispetto a 25 notti). Forse avrei potuto risparmiare scegliendo una zona più periferica, ma poi avrei avuto difficoltà con spostamenti la sera e allora tanto valeva stare dove sono di solito, a 40km di distanza. Quello che non spendi in alloggio, lo spendi nella scomodità di stare lontana dal centro e in taxi: che cosa conta di più per te?
Oltre alle opzioni già citate, puoi anche considerare l’idea di uno scambio casa o di fare Pet Sitting in cambio dell’alloggio (tramite TrustedHouseSitter per esempio).
Costo della vita: questo è variabile e dipende da come vuoi condurre le tue giornate. Io volevo uscire, incontrare persone, andare a teatro, al cinema, al museo, presa dall’ispirazione ho rinnovato il guardaroba dopo quattro anni e ho aggiunto dodici libri alla libreria. Mi sono concessa diverse colazioni, pranzi e cene fuori per rivedere amici, tutte cose che di solito non faccio. In pratica in un mese in città ho concentrato ciò che di solito faccio in tre e ho speso più di 1000 euro, ben oltre il mio standard; è stata una scelta voluta su cui gli extra di vestiti e libri hanno impattato molto. Di sicuro, qualora adottassi questo stile di vita nomade sul medio-lungo periodo, come vorrei fare, sarà necessario ridurre le occasioni fuori e ritornare nella mentalità di viaggio: bagaglio leggero, essenzialità e quindi costi più bassi.
4. Organizzazione del lavoro
Costruire una nuova routine ha richiesto più pianificazione, ma mi ha aiutato anche ad avere più focus e produttività. Sempre di più sto sperimentando il lavoro in blocchi e cerco di lasciare un giorno alla settimana senza call per lavorare su attività di back office o lasciare il tempo alla mente per vagare.
Nonostante questo, ho sovrastimato le mie capacità di gestione del tempo: oltre al lavoro, pensavo di dedicare tempo allo studio, ma alla fine ho privilegiato la vita sociale e non sono riuscita a fare entrambi.
Lezione che mi sono portata a casa: mettere in agenda solo tre attività al giorno.
Ripartirei domani, Milano è stata una scoperta bellissima (non l’avrei mai detto!), ma per adesso dedico questo tempo alla “decompressione”, in vista della prossima esperienza fra meno di due mesi.
E tu hai mai pensato di vivere in un posto diverso? Sai già dove vorresti andare? Parliamone qui o su Instagram, ti aspetto!